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(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 49

 

FASI LUNARI

 

(PARTE TERZA)

 

 

LUNA CRESCENTE

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Solo pochi attimi fa due grossi lupi antropomorfi, con indosso solo la loro pelliccia si sono parati davanti a Moon Knight ed al suo amico Bernard Crawley. Senza perdersi d’animo il crociato lunare ha sfoderato due dardi a mezzaluna d’argento e li ha scagliati contro di loro. L’argento è l’unico elemento che possa ferire un uomo lupo e Moon Knight è venuto preparato.

            I due licantropi ululano dal dolore, ma le due mezzelune non possono far loro male più di tanto. Si riprendono subito e sbarrano la strada al fuggiasco Crawley.

-Inutile, Moon Knight: tu ed il tuo amico siete spacciati.- gli si rivolge uno dei licantropi: di tutta evidenza un maschio. La sua voce è strana: evidentemente anche le sue corde vocali sono state modificate dalla trasformazione e sembra davvero fuori luogo sentirlo parlare.

-Questo è da vedersi.- ribatte Moon Knight.

            Parole spavalde e Marc Spector spera di poterle far seguire ai fatti.

-Abbiamo l’incarico di ucciderti.- aggiunge l’altro licantropo, inequivocabilmente una donna -Il tuo amico è un bonus insperato. Ci divertiremo un po’ con lui, anche se come pasto è ben magro: è quasi tutto ossa.-

            Un tentativo di umorismo piuttosto idiota, pensa Moon Knight, mentre dalla cintura estrae un altro paio di mezzelune.

-Patetico.- borbotta il maschio –Credi davvero che quegli affarini basteranno a fermarci?-

-Vale sempre la pena provarci.- ribatte Moon Knight scagliando le mezzelune, che quando colpiscono i licantropi sprigionano qualcosa.-

            I licantropi gridano dal dolore.

-Nitrato d’argento.- spiega Moon Knight.-Scommetto che questo vi farà davvero male.-

-Non ti servirà a niente, bastardo.-

            Prima che Moon Knight possa capire da dove viene la nuova voce, qualcosa di grosso e pesante gli piomba addosso e lui si ritrova il muso di un grosso licantropo con le zanne snudate a pochi millimetri dal suo collo.

            Non aveva considerato che potevano essere in tre ed ora potrebbe pagare la sua trascuratezza con la vita.

 

            Riconosci la tua nemesi ricorrente: Davos, il Serpente d’Acciaio. Dire che sei sorpreso di rivederlo sarebbe farti torto: era inevitabile che v’incontraste ancora. A quelli come voi succede spesso, dopotutto. Non ti aspettavi di rivederlo a capo di un’armata di ninja, però.

-Che cosa c’è Davos?- gli chiedi ostentando calma –Non ti sentivi abbastanza in forma da affrontarmi da solo?-

-Posso spezzarti come e quando voglio, Rand.- replica con acredine l’altro.

-Davvero? Vorrei vederlo.-

-Sono pronto, ragazzo.-

-Serpente d’Acciaio…- interviene uno dei guerrieri mascherati che accompagnano Davos -… ti ricordo che il nostro primo impegno sta nell’eliminazione degli amici di Orson Randall.-

-E ciò avverrà…- ribatte il Serpente d’Acciaio -… ma non mi negherò l’umiliazione di Danny Rand. Su, coraggio, attaccami.-

            Non ti fai pregare: ti sbarazzi della giacca e spicchi un salto lanciando un urlo di battaglia. Il calcio che hai sferrato sbatte il Serpente d’Acciaio a terra, ma lui fa una capriola e si rimette in piedi.

-Molto bene, Rand, hai fatto la tua mossa, ora tocca a me.- si rivolge ai guerrieri accanto a lui –Uccidete tutti tranne la ragazza bionda. A lei penserò personalmente io, dopo avere sconfitto Rand.-

-Maledetto!-

            Salti verso Davos, che ti abbatte con un colpo a mano aperta.

-Non sei abbastanza in gamba per me, Rand.- replica questi –Non lo sei mai stato.-

 

            Natasha Romanoff, la letale Vedova Nera, aspetta. Infiltrarsi nel gruppetto di ragazze “ordinate” da Ivan il Terribile per la sua festicciola privata non è stato difficile: la vera sfida ci sarà quando sarà davanti a lui. Ivan è sempre stato uno da cui guardarsi. Anche prima di diventare un signore del crimine, quando era un agente dei servizi segreti del paese natale di entrambi, era noto per la sua spietatezza e crudeltà: è uno che si aspetta complotti e agguati da chiunque e non si fiderebbe nemmeno di sua madre. Quello che Natasha ha scelto è probabilmente l’unico modo di avvicinarlo. Ha dovuto lasciare praticamente tutte le sue armi per riuscirci, ma non le servono armi. Lei stessa è stata addestrata per essere un’arma.

            Uccidere Ivan sarà facile, uscire viva dalla villa un po’ meno, ma per questo c’è Paladin a coprirle le spalle. Di certo Matt Murdock[1] non approverebbe, ma non avrà bisogno di conoscere tutti i dettagli in fondo.

            Il viaggio è finito. Ora Natasha è dentro la villa e finalmente lo vede. Alto, imponente, con un sorriso crudele sul volto. Se lo tenga a lungo, sarà l’ultimo che farà.

 

 

2.

 

 

            Guardi il tuo nemico: Davos, figlio di Lei Kung il Tonante, e ti chiedi come sia stato possibile che un tempo lui e tuo padre fossero amici. Ricordi Wendell Rand come un uomo buono e gentile, mentre Davos è freddo, arrogante, spietato. Se Luke Cage fosse qui con te, ti direbbe che il tempo cambia le persone, a volte in meglio, a volte in peggio, ma tu non lo ascolteresti: la sola cosa che vuoi adesso è farla pagare a Davos e salvare i tuoi amici.

            A proposito dei quali, qualcuno si accorge che le cose non sono sempre quelle che sembrano. La prima sorpresa è tua sorella Miranda, che d’improvviso spicca un salto lanciando un grido di battaglia ed abbattendo due guerrieri mascherati davanti a lei.

            Contemporaneamente gli anziani ospiti della villa reagiscono: quella chiamata Contessa estrae una pistola dal cassetto e centra in pieno uno dei ninja; l’uomo chiamato Chores sferra un pugno all’avversario più vicino e Shadu resta immobile con lo sguardo fisso su due avversari che in pochi istanti cadono a terra.

-Funziona ancora. –mormora.

-Ma cosa…?- esclama sorpreso il Serpente d’Acciaio mentre Miranda si pone tra te e lui in posa da combattimento.

-Se vuoi fargli del male, chiunque tu sia, dovrai vedertela con me.- proclama.

-Ah, sei davvero la figlia di Wendell.- ribatte Davos –Non ho niente contro di te, ragazza, spostati.

            Tu le poni una mano su una spalla e le dici:

-Va tutto bene, Miranda, lascia fare a me.-

            Vorresti essere sicuro di te quanto mostra la tua voce, ma non puoi fare altrimenti. Il Serpente d’acciaio è un avversario difficile, uno che ti ha battuto spesso in passato, ma non è invincibile.

            Vi battete praticamente ignari di quanto accade intorno a voi, concentrati solo sullo scontro. Davos si dimostra ancora una volta in gamba, parando ogni tua mossa. Prevedibile, del resto avete avuto lo stesso istruttore. Di chi dei due Lei Kung sarebbe più fiero? Non osi usare il Pugno d’Acciaio per timore che Davos possa assorbirne il potere come ha fatto in passato, e per la stessa ragione temi di avvicinarti troppo a lui. Come puoi uscire da questa impasse? Devi fare qualcosa che non si aspetta.

            Ti sei distratto ed uno dei suoi colpi ti raggiunge facendoti cadere a terra. Il Serpente d’Acciaio emette un grido di trionfo, poi improvvisamente le tue gambe scattano, serrandosi a forbice sulle sue caviglie, facendogli perdere l’equilibrio, mentre tu, con un colpo di reni, ti rimetti in piedi. Un trucco poco onorevole, forse, frutto delle lezioni di Luke sulla lotta da strada, ma in certe circostanze conta vincere e restare vivi avrebbe detto il tuo vecchio amico.

            Davos sta per rimettersi in piedi quando la canna di una pistola si posa sulla sua tempia destra.

-Io starei attento a quello che fai amico.- dice la voce di Ernest Erskine, alias Lucky Pierre.

            Solo allora vi accorgete che lo scontro è finito e che tua sorella e gli altri hanno vinto.

-Non… non è possibile.- mormora Davos.

-Non è la prima volta che lo sento dire… anche se l’ultima volta è accaduto almeno sessant’anni fa.- continua lo scozzese –Non male per dei vecchietti ed una ragazzina, non ti pare?-

            Tu non sei meno sconcertato di lui, ma scegli di ignorare la questione per il momento e ti rivolgi al tuo avversario.

-Perché quest’assalto Davos? Perché vuoi morta questa gente?-

-Non essere stupido, Rand.- ribatte l’altro –Non ho nulla da dirti… per ora… ma quando saprai tutto ti pentirai di non essere morto oggi.-

            Il corpo di Davos s’illumina improvvisamente ed il bagliore diventa in breve accecante. Quando cessa il Serpente d’Acciaio è scomparso ed al posto degli altri assalitori ci sono solo delle tute vuote.

-Cavoli!- esclama Miranda –Quel tipo conosce davvero un bel trucco.-

-Non lo conosceva prima.- replichi tu –Questa storia non mi piace per niente.-

 

            Ivan il Terribile è proprio a due passi da lei. Se volesse rischiare la sua copertura e la sua vita, Natasha dovrebbe solo fare un salto e potrebbe essere tutto finito per il grande boss della malavita russa. Ma in questo momento non è lui che sta guardando, bensì la figura al suo fianco. Qualcuno potrebbe scambiarlo per Kingpin e di certo i due si somigliano, ma a prescindere dal fatto che Wilson Fisk si trova in una prigione federale, lei conosce molto bene quell’uomo, anche se non è abituato a vederlo senza divisa: Nikolai Aleksandrovitch Zakharov, generale dell’esercito russo e prima ancora, di quello sovietico, nostalgico della guerra fredda, autore di massacri in Afghanistan e tanto altro ancora. Natasha ricorda di aver sentito che era stato costretto alla fuga dopo un fallito colpo di mano contro un’installazione militare in Siberia,[2] un affare in cui sono stati coinvolti parte della Guardia d’Inverno e la giovane Vedova Nera, come lei ama chiamare Yelena Belova[3]. Quindi Zakharov è fuggito negli Stati Uniti grazie all’aiuto di Ivan Pushkin? Nulla di strano in questo: Zakharov aveva amicizie sia nel K.G.B.[4] che nel G.R.U.[5] e molti di loro dopo il crollo dell’Unione Sovietica sono entrati nella criminalità organizzata. Dovrà ricordarsi di avvisare i suoi amici nei servizi di sicurezza russi quando sarà fuori di qui… se ne uscirà, s’intende.

            L’uomo di Pietra, così lo chiamano, le passa davanti e dà un’occhiata distratta al gruppetto di ragazze in cui lei si trova. Natasha trattiene il respiro.

-Se ti va, Nikolai Aleksandrovitch, puoi sceglierne una e prenderti tutto il tempo che vuoi.- gli si rivolge Ivan il Terribile.

            È un’impressione soltanto o su quel volto impenetrabile si è formata per una frazione di secondo un’espressione di disgusto? Chi può dirlo?

-No, grazie.- risponde –Ho altro da fare adesso.-

            Passa oltre e Natasha riprende a respirare. Non ha mai corso davvero pericoli, pensa, Zakharov non sarebbe mai stato in grado di riconoscerla. Ora meglio concentrarsi sulla sua missione.

-Che la festa cominci,.- proclama Ivan.

            Natasha soffoca il suo disgusto, sicuramente vero, e pensa: vedremo chi festeggerà… dopo.

 

            Solo contro tre licantropi: non certo la migliore delle situazioni, pensa Moon Knight. La sua sola fortuna è che la luna piena è ancora lontana e questi tre non sono al pieno della loro forza. Certo, secondo le tradizioni, questi qui non dovrebbero nemmeno trasformarsi in licantropi se non in notti di luna piena, ma evidentemente non hanno letto il manuale del perfetto licantropo. È un bene mantenere un po’ di senso dell’umorismo quando delle zanne affilate stanno per tranciarti la gola, pensa Marc Spector, poi esegue una mossa di judo e proietta il suo avversario sopra la sua testa sfruttando la sua stessa forza.

-Stai prolungando solo la tua agonia.- gli grida quello.

-Ma per favore...- ribatte Moon Knight -… vi preferisco quando ululate, piuttosto che a dire queste frasi sceme che non usano più nemmeno nei film di Steven Seagal.-

            Vorrebbe sentirsi più sicuro di quanto non sia, ma il problema non è solo la sua incolumità. C’è anche Crawley a cui pensare. Lui non è in grado di difendersi ed i licantropi ne faranno sicuramente un solo boccone, letteralmente. Deve proteggerlo e restare vivo contemporaneamente: un’impresa quasi impossibile con questi avversari. Ecco un momento in cui essere ancora un Vendicatore gli avrebbe fatto comodo.

            Estrae un nunchaku e para un primo assalto del nuovo venuto, presumibilmente il capobranco. Gli è costato far rivestire quell’affare in argento, ma sono stati soldi spesi bene.

-Crawley… vicino a me!- urla all’amico.-

-Eccomi M… Moon Knight… ma mi pare che le cose non si mettano bene.-

-Ce la caveremo.- risponde il crociato lunare, ma aldilà dell’ottimismo di facciata, vorrebbe essere davvero così sicuro come tenta di apparire.

            Improvvisamente qualcosa accade. Un nuovo giocatore entra in campo: una figura che si getta sui licantropi. È lui stesso un uomo lupo, ma non alleato dei tre. Colpisce con rapidità e forza scompaginando le fila degli avversari e dopo un attimo di esitazione Moon Knight si unisce alla lotta colpendo i licantropi con il nunchaku e dardi a mezzaluna, per tacere di calci e pugni. In breve gli avversari sono abbattuti.

-State bene tutti e due?- chiede il nuovo arrivato e solo ora Moon Knight si accorge che diversamente dagli altri indossa degli abiti: un paio di calzoni verdi, per la precisione. Ne riconosce anche la voce:

-Russell?- esclama.

 

 

3.

 

 

            Un uomo in tuta da ginnastica corre lungo Central Park, uno dei tanti che fanno jogging a quest’ora del giorno. Non dimostra più di trent’anni, corre con passo regolare, Ogni tanto si volta per rispondere al sorriso di qualche ragazza con cui incrocia il passo. È al ventesimo giro quando decide di riposare e si ferma davanti ad una panchina su cui è seduto un uomo sovrappeso, calvo e con una lunga barba bianca, che sta dando da mangiare ai piccioni.

-Posso sedere?- chiede educatamente il giovane.

-Prego.- risponde il vecchio .-Non capita spesso di incontrare persone che sanno cos’è l’educazione di questi tempi.-

            Il giovane si siede, prende il contenitore termico che porta al fianco e lo svita cominciando a bere.

-Cominciavo a credere che non ti saresti più fermato, Mason.- gli si rivolge sottovoce il vecchio.

-Cominci a diventare impaziente con l’età, Nick?- replica Rick Mason, noto anche come l’Agente, con lo stesso tono di voce.

-Io sono sempre stato impaziente.- ribatte Nick Fury acido

-Ok, ho capito: bando ai convenevoli. Cos’hai per me?-

-Una missione adatta ad uno come te.- Fury gli passa rapidamente qualcosa che al tatto Mason identifica come una chiavetta USB –I dettagli sono tutti qui. Guarda e memorizza. Non avrai una seconda occasione.-

-Davvero? Si autodistruggerà una volta finito di vederla? Mi hai forse preso per Ethan Hunt?-[6]

-Gioventù bruciata, Io avrei detto Jim Phelps.-[7]

            Rick si lascia andare ad una risata.

-Ok, lasciamo stare. Veniamo alla domanda più importante: perché io e non uno dei tuoi tanto vantati agenti dello S.H.I.E.L.D.?-

-Perché la mia agenzia ha già un sacco da fare ed ho bisogno di un agente che non sia direttamente collegabile a me ed alla mia organizzazione.-

-Già, c’ero arrivato. Bene: ti farò sapere, Nick.-

            Mason si rimette in piedi e riprende il suo giro del parco. Dopo altri dieci giri rallenta e butta qualcosa in un cestino. Nick Fury aspetta qualche minuto continuando a dar da mangiare ai piccini, poi si avvicina al cestino vi guarda dentro e sorride.

 

            Black Jack Tarr arma il suo fucile: è pronto a combattere e questa volta quei porci non la spunteranno, questa volta sarà lui a…

            Una mano si posa sulla sua spalla e Tarr si volta per vedere una faccia familiare

-Cinese, cosa fai qui?- esclama.

-Sono venuto a riportarti a casa.- risponde semplicemente Shang Chi.

-No... tu non capisci: io posso salvarli tutti stavolta. Posso farcela.-

-È solo un’illusione, Tarr. Non puoi davvero cambiare il passato.-

-No!- urla Tarr e fa per colpire il giovane cinese col calcio del fucile.

            Shang Chi reagisce e, dopo aver bloccato il fucile, sospira e colpisce Tarr con il taglio della mano. Non troppo forte, ma quanto basta per farlo cadere a terra.

            Intorno a Tarr la realtà si deforma e lui e di nuovo nel tunnel sotto quel che rimane di Boca Caliente. Davanti a lui Shang Chi, Clive Reston e Leiko Wu, che si tiene la testa fra le mani. Tutt’intorno, una specie di ronzio dapprima sommesso, poi sempre più forte e veloce.

            Reston gli porge la mano

-Alzati, Tarr. Dobbiamo filarcela.-

-Cosa sta succedendo?-

-E che ne so? L’unica cosa che capisco è che l’energia qui è fuori controllo e che se non ce la filiamo verremo vaporizzati o peggio.-

            I quattro ripercorrono di corsa i loro passi verso l’uscita mentre il ronzio diventa sempre più forte. Ora sembra che milioni di api si siano date convegno proprio lì.

            Di corsa fino alla botola d’ingresso ed oltre, fino all’aperto per poi buttarsi in acqua ed un attimo dopo... un incredibile calore, una luce accecante. Quando riemergono intorno a loro non c’è più nulla… a parte una colonna di luce che si alza fino a che l’occhio può vedere e che gradatamente si assottiglia fino a scomparire.

-Ma che diavolo è successo?- chiede Tarr.

-Io credo che il peso di quattro menti che cercavano contemporaneamente di riscrivere la realtà in quattro modi diversi sia stato troppo da sopportare e quel che restava di quel cubo cosmico sia andato in cortocircuito.- spiega Shang Chi.

-Non un granché di spiegazione, ma me la farò bastare…- replica Reston -… anche perché non ne ho di migliori. Il che mi fa ripensare: quali erano le tue fantasie mia cara Leiko? Spero che mi riguardassero.-

-Non lo saprai mai, Clive.- ribatte Leiko Wu.

-Peccato, ero davvero curioso.-

-Io avrei un’altra domanda più urgente.- interviene Black Jack Tarr.

-E sarebbe?- chiede Clive.

-Come c#§§o facciamo ad andarcene da qui?

 

            In certe cose Ivan il Terribile non è diverso dagli altri uomini, pensa Natasha Romanoff, e le sue debolezze lo perderanno. È decisamente un porco, ma la cosa le è stata utile per arrivargli vicino e tanto le basta. Sa di poterlo uccidere se è questo che servirà.

-Vieni qui, ragazza.- le intima Ivan e lei obbedisce ben volentieri.

            Il Pakhan[8] le accarezza il viso e Natasha rimane immobile mentre lo fa.

-Sei davvero bella.- dice Ivan –Si… sei molto bella… d’altra parte non è sorprendente per la famosa Vedova Nera.-

-Cosa?- Natasha fa un salto indietro.

            Ivan il Terribile sogghigna.

-Il Generale Zakharov ti ha riconosciuto e mi ha avvertito. Ho voluto darti un po’ di corda, ma adesso basta. Anche se hai ucciso il mio luogotenente Gerasimov avevo dato ordine di non disturbarti, ma tu hai voluto metterti in mezzo ed ora non ho scelta.-

-Non ho ucciso io Gerasimov.- replica Natasha –È stato il Punitore… anche se è solo arrivato prima di me. Lo avevo avvertito di lasciarmi in pace, ma non ha voluto ascoltarmi.-

-È sempre stato un tipo un po’ impulsivo, lo ammetto. Al suo posto ci avrei pensato due volte prima di stuzzicarti. Dicono che tu sia la donna più pericolosa di tutte le Russie.-

-Così dicono. Vuoi vedere?-

-Preferirei esplorare altri tuoi talenti, mia cara. Sicura che non possiamo trovare un accordo?-

-Preferirei accordarmi… e accoppiarmi con un serpente.-

-Peccato, ci avevo sperato, lo ammetto. Per mia fortuna, per quanto tu sia pericolosa, ho il mio asso nella manica. Zakharov si è sdebitato del favore che gli ho fatto facendolo espatriare appaltandomi i servizi del suo uomo migliore.-

-Che vuoi dire?-

-Vedrai, mia cara, vedrai.-

 

 

4.

 

 

            Dal suo punto di appostamento Paladin tiene d’occhio la villa. Le parole di Ivan il Terribile risuonano nelle sue orecchie attraverso il microfono installato nell’orecchio destro della Vedova Nera:

<< … sei molto bella… d’altra parte non è sorprendente per la famosa Vedova Nera.>>

            Maledizione, questo non ci voleva. Lui l’aveva detto a Natasha che intrufolarsi nella villa era un azzardo. Ora deve tirarla fuori di lì. Aspetta… cosa sta dicendo il russo?

<<… Zakharov si è sdebitato del favore che gli ho fatto facendolo espatriare appaltandomi i servizi del suo uomo migliore.>>

<<Che vuoi dire?>>

<<Vedrai, mia cara, vedrai.>>

            Già: cosa vuol dire? Chi può essere quest’elemento nuovo di cui parla? Pensavano di trovarsi di fronte solo il Confessore…  e qualche decina di scagnozzi ben armati, ovviamente.

            Improvvisamente due forti braccia si stringono al suo collo. Chiunque sia, gli è arrivato alle spalle senza farsi sentire e non è facile con lui. Sta cercando di schiacciargli la carotide, ma per fortuna il suo elmetto lo protegge. Tuttavia, anche se non può spezzargli il collo, il suo avversario può sempre tramortirlo. Paladin si dibatte. Non può finire così, anche per Natasha… non può lasciarla da sola adesso. Non deve.

 

            Ivan il Terribile si produce in un sorriso sardonico mentre ribadisce:

-Proprio così, mia cara: ho a mia disposizione uno dei più letali assassini del pianeta, forse il più letale.-

-Credevo… credevo che ce l’avessi già.- ribatte la Vedova Nera.

-Parli del Confessore? In effetti è in gamba, ma non può fare tutto ed ha già un ultimo incarico. Questo pensavo di usarlo per eliminare quel Devil che è stato una spina nel mio fianco ultimamente...  oppure per te, se mi avessi costretto. Se c’è qualcuno la fuori che ti guardava le spalle, credo che tu possa dirgli addio ormai.-

-No!- grida la Vedova mentre la preoccupazione per Paladin la assale –Maledetto.-

            Quasi istintivamente balza contro Ivan sferrandogli un calcio verso il mento.

 

            Liberarsi è l’unico altro pensiero che attraversa la mente di Paladin… l’unico oltre a quello di Natasha. Non può lasciarla sola, ma il suo avversario, chiunque sia, è maledettamente in gamba, comincia a pensare che lo sia troppo per lui.

Improvvisamente ecco un sibilo, il rumore di qualcosa che fende l’aria ed il grido di sorpresa dell’assalitore, che molla di colpo la presa. A colpirlo una freccia ad impatto. Segno distintivo di…

-Occhio di Falco!- esclama Paladin.

-Il signore passi alla cassa per ritirare la bambolina che ha vinto.- ribatte l’arciere incoccando un’altra freccia –Per fortuna mi trovavo da queste parti e… ehi ma tu chi sei?-

            L’assalitore di Paladin non parla. È giovane, dimostra meno di 25 anni, ha i capelli castani, indossa un costume nero. Sulla spalla sinistra ha una stella rossa, il braccio sinistro sembra artificiale. Il volto è coperto da una mascherina nera.

-Ehi… io ti conosco, forse?- chiede Occhio di Falco, perplesso. Nel suo antagonista c’è effettivamente qualcosa di familiare, anche se non l’ha mai incontrato prima, ma non sa dire cosa.

            Chiunque sia, porta a spalla un fucile e cerca di prenderlo.

-Spiacente, amico, niente armi.-

            Clint Barton scocca un’altra freccia che taglia il cavo che assicura il fucile alla schiena dell’uomo e l’arma cade a terra, poi Occhio di Falco scaglia una freccia bolas che si avvolge attorno all’altro, che usa il braccio artificiale per liberarsi.-

-Ehi... quegli affari costano. Hai un braccio bionico? Non sarai mica il figlio di Cable? A Ciclope potrebbe far piacere saperlo, se è così.-

-Zitto!- è la sola parola che pronuncia l’avversario, mentre raccoglie la freccia caduta e gliela riscaglia contro.

-Ehi, non crederai di mettermi fuori gioco con le mie stesse armi?-

            Nel frattempo Paladin si è ripreso ed ha estratto la sua pistola, che ora punta alla nuca dello sgherro ancora senza nome di Ivan il Terribile.

-Ti conviene stare fermo, amico.- gli intima -Con quest’affare posso spappolarti la testa in un secondo.

            Con sorprendente rapidità l’uomo misterioso china la testa e contemporaneamente sferra un colpo a Paladin col braccio sinistro.

            Incredibile, pensa, Occhio di Falco, ho già visto fare quella mossa. Non è possibile. Un secondo più tardi il suo nemico ha già raccolto la pistola di Paladin e gli spara.

 

 

5.

 

 

            Nel confortevole salotto della villa di Marc Spector certe cose sembrano decisamente diverse. Per esempio è difficile credere che l’uomo che la possiede poche ore fa girasse per New York guidando un taxi o che il giovanotto dai capelli biondo-rossicci davanti a lui sia un licantropo.

            Spector indossa ancora la sua tenuta da Moon Knight, ma con il cappuccio calato sulle spalle. Poco male: tutti i presenti sanno chi è, dopotutto. Su un'altra poltrona siede Bernard Crawley e sul divanetto la donna di Marc, Marlene Alraune.

-Quindi, se ho ben capito, Russell, anche tu sei sulle tracce di questi licantropi.-

-Ho avuto notizia della loro esistenza solo da poche settimane.-replica Jack Russell -Colpa del mio isolamento. Nella comunità dei licantropi si parlava da tempo di questo gruppo, ma la voce non mi era giunta.-

-Avete una comunità?- si stupisce Marlene.

-E ben organizzata pure.- risponde Jack -A dire il vero ce n’è più di una, anche se molti noi preferiscono vite solitarie. Ma questi licantropi non sono parte della comunità. Nessuno sa veramente chi siano e da dove vengono. Sono… un branco a parte. Non so quanto ne sappiate, ma ci sono diversi tipi di licantropi. Alcuni fanno parte di una razza segreta di uomini lupo che data dall’alba dell’umanità e si è contrapposta agli uomini serpente di Valusia.-

-Valusia? Ma è un mito inventato da uno scrittore Texano proprio come l’Era Hyboriana.- interviene Crawley.

-Non proprio.- ribatte Russell –Robert E. Howard non ha inventato niente o quasi, ma non è il momento di approfondire il discorso. Esistono altri licantropi: quelli che hanno acquisito il potere di diventare lupi grazie a pozioni o antichi incantesimi e quelli come me che sono vittime di una maledizione trasmessa per generazioni.-

-E questi di che tipo sarebbero?- chiede Spector.

-Del tipo peggiore: molti miei fratelli vogliono solo cacciare liberamente come qualunque lupo, ma questi… questi godono nell’uccidere. Gli esseri umani sono solo una preda per loro.-

-Un club di depravati che ha scoperto come diventare licantropi.- commenta Marc –Il loro capo seleziona la clientela ed offre ai prescelti di diventare licantropi, di lasciarsi dietro inibizioni e coscienza, di assaporare il gusto del sangue… e forse di altro.-

-Non avrei saputo dirlo meglio.- dice Russell –Per questo sono qui: per fermarli.-

-Che ne sai del loro capo? Io e Marlene l’abbiamo visto e ci è parso inquietante.-

-Dovrebbe essere un licantropo anche lui, ma corrono strane voci al suo riguardo: che sia qualcosa di diverso e non un semplice membro rinnegato del Popolo. Nessuno ne sa abbastanza.-

-Beh, io ne so abbastanza da volerlo fermare. La chiave di tutto è quel club di SoHo  e ci tornerò. Immagino che sarai con me, Russell.-

-Ovviamente si.- è la risposta del Licantropo di Notte.

 

            Tua sorella si guarda intorno perplessa. Diversamente da te non è abituata a certe scene. Si è battuta bene, però. Può aver perso la memoria su tante cose, ma non su come si combatte, pare.

-Chi diavolo era quel tipo, Danny, quel Davos? Da come parlava sembrava che mi conoscesse, ma io non mi ricordo di lui… o di chiunque altro, se è per questo.-

-È il figlio di Lei Kung il Tonante, lo stesso che ha allenato sia te che me, Miranda. Un tempo era amico di mio padre, poi divennero rivali. Ha tentato la prova del Pugno d’Acciaio ed ha fallito, ma ne ha assorbito quanto basta per essere in sintonia con coloro che lo possiedono… come me.- rispondi

-E come Orson.- aggiunge Lucky Pierre –Come ha trovato te, può trovare lui, figliolo.-

-E sarebbe ancora vivo?-

-Io sono più vecchio di lui e sono qui. Non so come funziona, ma è l’energia del Pugno d’Acciaio: come distrugge può guarire, questo immagino tu lo sappia. Nel nostro caso ha rallentato il nostro invecchiamento, probabilmente perché l’ha usato un sacco di volte su di noi. Confesso di non capirne molto di queste sciocchezze mistiche. Se è successo a noi, a maggior ragione deve essere successo a lui.-

-Ha senso.- ammetti –Ammesso che cercassero anche lui e non fosse solo una vendetta di Davos.-

-Ma tu non lo credi, giusto?-

-No: sento che non è un caso. Io che vengo assalito da Scimitar, che sogno Orson Randall, che non avevo mai sentito nominare prima e tutto il resto fino a quest’attacco: è tutto collegato, deve esserlo. Vorrei solo poterne capire di più.-

-C’è una cosa che posso fare per te, ragazzo. Da tempo custodisco i diari di Orson e forse potranno esserti utili a capirne di più.-

-Non so se posso...-

-Puoi e devi. Prendili e fanne buon uso.-

            Ed è proprio quello che fai, sperando che ti siano davvero utili a capire un uomo il cui destino, lo senti, è inestricabilmente legato al tuo.

 

            Ivan il Terribile cade a terra dopo aver ricevuto il calcio alla mascella, ma a suo onore bisogna dire che non sviene e si rialza.

-Sei esattamente come mi aspettavo.- dice, rivolto alla Vedova Nera –Bella e letale. Nemmeno io sono senza risorse, però: dopotutto sono un ex spetnaz,[9] me la so cavare nel corpo a corpo.-

-Ma sei diventato grosso e pigro, ti affidi troppo ai tuoi scagnozzi.- ribatte Natasha –Non sai più come si combatte.-

-Lo vedremo.-

            Brava, si dice Natasha, fallo innervosire, che non pensi troppo al fatto che se indossi solo un paio di ridottissimi slip vuol dire che non hai armi o trucchi con te.

            Ivan si avventa su di lei solo per ricevere un colpo al plesso solare. Mentre arranca in cerca d’aria Natasha gli sferra un colpo all’inguine. Con un urlo strozzato colui che si fa chiamare il Terribile cade a terra. Non è un colpo che uno come Capitan America approverebbe, pensa la Vedova Nera, ma questa è una questione di sopravvivenza non un gioco.

            Dopo un attimo di smarrimento gli uomini di Ivan sono accorsi alle grida del loro capo ed ora le puntano contro le loro armi.

-Uccidetela.- grida con tutta la voce che gli rimane Ivan –Uccidetela, che aspettate?-

            Cinque uomini armati. Anche nelle sue condizioni potrebbe abbatterne subito due, forse tre, ma ne basterebbe uno che colpisca. Lei non è a prova di proiettili dopotutto.

            La guardano ed esitano. Alcuni pensano che non può essere questo gran pericolo, disarmata e quasi nuda; altri ricordano le storie su di lei e si chiedono se anche così non potrebbe abbatterli tutti lo stesso. A volte essere una leggenda ha i suoi lati buoni, pensa Natasha, ed anche essere una donna. Su, guardatemi le tette e non pensate alle mie mani… o anche ai piedi. Rilassatevi, non tirate subito il grilletto, datemi il tempo di…

            Improvvisamente la grande vetrata del salone s’infrange e tre uomini piombano in mezzo alla stanza.

 

 

6.

 

 

            Natasha è rapida ad approfittare dell’occasione: si lancia in avanti e colpisce due uomini armati abbattendoli. Cadendo a terra si gira e sferra un calcio ad un terzo. Nel frattempo riesce a riconoscere i nuovi arrivati. Se uno poteva aspettarselo, Paladin, gli altri sono una sorpresa.

-Occhio di Falco!- esclama –Che ci fai qui?-

-Sai com’è, Tasha: ho la tendenza ad impicciarmi quando vedo gironzolare gente in costume non lontano da casa mia. A proposito: ti trovo in forma, splendida forma, direi.-

-Il solito buffone.-

            Pur continuando a parlare, i due non hanno cessato di occuparsi dei nemici, abbattendone in buona quantità nel loro personale modo. Ad un certo punto, Paladin estrae qualcosa dalla sua borsa e lo getta a Natasha.

-Il tuo costume.- dice –Ho idea che possa farti comodo.-

            Natasha afferra al volo sia il costume che i bracciali, che si fissa rapidamente ai polsi, poi, con rapidità incredibile, visto quanto è attillata, si infila la sua uniforme, riuscendo contemporaneamente ad abbattere due avversari.

-Ce ne hai messo di tempo per deciderti.- rimprovera il compagno.

-Sai com’è: ero incantato a vederti combattere svestita com’eri.-

-Sono circondata da buffoni oggi. Beh, adesso, armata e vestita mi sento meglio.-

-Non ti servirà a nulla, Vedova Nera.-

            Quella voce: un russo quasi perfetto, senza sfumature, perché la turba? La Vedova Nera si gira lentamente in direzione della voce e vede lo stesso uomo che poco prima si sono trovati di fronte Occhio di Falco e Paladin. I suoi occhi fissano l’uniforme che la riporta a giorni lontani, quando certi nomi erano solo sussurrati e temuti, quando lei era solo una sposa di vent’anni rimasta senza marito, ansiosa di vendetta, pronta ad obbedire senza fare domande. Tempi passati che hanno lasciato cicatrici e quel passato pare ora incarnarsi davanti a lei, mentre fissa la stella rossa e vede quelle due lettere incise sulle spalline: ЭС ovvero ZS in cirillico, le iniziali di Zimoĭ Soldat, Soldato d’Inverno.

-No!- esclama –Non puoi essere tu!-

-Paura di me, zarina?- dice il suo avversario e prima che possa reagire la prende per la gola -È quasi un peccato dover spezzare questo bel collo.-

-E allora non farlo!-

            A parlare è stato Paladin, che punta contro il Soldato d’Inverno la sua pistola.

-Ti avverto: ho una mira infallibile: sarai morto se provi a farle del male e forse ti ucciderò lo stesso.-

-Tieni a lei?- sul volto del Soldato si dipinge un’espressione sorpresa –Le emozioni sono sempre pericolose. Le tue ti impediranno di spararmi per paura di farle del male ed io invece…l’avrò uccisa e ti avrò disarmato prima che tu possa premere il grilletto. Avanti, mettimi alla prova.-

            Un lungo attimo di silenzio in cui i due avversari si squadrano, poi… una freccia colpisce il braccio bionico del Soldato d’Inverno e lo manda in cortocircuito,

-Ti sei dimenticato di me.- dice Occhio di Falco –Ed è sempre un grave errore.-

            La Vedova Nera approfitta dell’occasione per liberarsi. Ora si è ripresa dallo stupore di trovarsi davanti una vera leggenda vivente. Leggenda Vivente? Questo la fa pensare a Steve Rogers e per la prima volta si accorge che il Soldato d’Inverno le ricorda qualcuno: un viso visto da qualche parte, ma che non riesce a focalizzare. Non ha il tempo di pensarci su: anche con un braccio fuori uso il loro avversario è sempre formidabile. No, calma: è pur sempre un uomo, non una macchina inarrestabile, può essere battuto.

            Occhio di Falco le si avvicina e le chiede:

-Chi è questo tipo?-

-Una leggenda.- replica seria Natasha –Un relitto della Guerra Fredda chiamato Soldato d’Inverno.-

-Il nome non mi dice niente, ma il suo stile di combattimento mi ricorda…-

            Clint Barton non finisce la frase: tenendosi il braccio bionico con quello sano, il Soldato d’Inverno spicca un salto acrobatico, compie un’ardita capriola, atterra accanto ad uno sgherro russo svenuto, ne afferra la mitraglietta caduta e spara una sventagliata di proiettili contro gli eroi.

            Solo la prontezza di riflessi di Natasha e Clint li salva dall’essere crivellati dai colpi sparati, che vanno a vuoto.

            Il Soldato d’Inverno si rialza di scatto. Il suo braccio bionico sta tornando a funzionare: ora può affrontare meglio i suoi nemici, pensa, ma prima di poter fare una mossa, una nuova sventagliata di spari echeggia e diversi proiettili cadono accanto ai suoi piedi.

            A sparare è stato Paladin, che con la mano libera tiene per il collo Ivan il Terribile e si ripara dietro di lui.

-Potevo ucciderti ed al prossimo giro lo farò.- dice il mercenario.

            Il Soldato d’Inverno lo fissa.

-So cosa stai pensando.- gli dice Paladin –Ma il mio casco è a prova di proiettile e comunque farei in tempo ad uccidere questo verme e sta sicuro che lo farei. Falliresti comunque la tua missione di proteggerlo, che mi dici adesso?-

            Il suo avversario non risponde.

 

            Fuori dalla villa, sul sedile posteriore di un’auto un uomo ha seguito l’intera battaglia grazie ad una microcamera ed un microfono direzionale.

            Sul suo volto nemmeno il segno di una minima emozione mentre analizza le possibili strategie e prende, infine, una decisione. Con voce fredda si rivolge al Soldato d’Inverno:

-Missione abortita, sganciati.-

<<Ma signore, posso…>>

-Nessuna discussione: obbedisci agli ordini soldato.- replica il generale fuggiasco Nikolai Aleksandrovitch Zakharov con un tono che non ammette discussioni.

 

            Il nome sul passaporto è diverso e perfino il suo aspetto, ma questa è ordinaria amministrazione per Rick Mason detto l’’Agente. Alcuni lo chiamerebbero mercenario, lui preferisce definirsi risolutore di problemi spinosi. È bravo nel suo lavoro e non trova nulla di male nel farsi pagare bene per farlo.

            Ritira le sue carte d’imbarco e si avvia verso il terminal giusto. La sua attenzione è focalizzata su eventuali pericoli ed una volta stabilito che chi gli passa accanto è esattamente quello che sembra: un passeggero in arrivo od in partenza, non gli bada più di tanto. Non ha, quindi, alcun motivo di soffermarsi sui due ragazzi biondi che escono dal cancello dei voli da Parigi, né sull’uomo alto che esce dalla zona dei voli dall’Oriente.

            Il suo solo interesse è rivolto al volo che prenderà tra poco.

 

 

7.

 

 

            Il Soldato d’Inverno corruga la fronte. Non gli va di lasciare lo scontro, ma non ha altra scelta che obbedire. Con un gesto rapido sgancia qualcosa dalla sua cintura e la getta a terra.

-Attenti!- urla Paladin.

            Una granata flash esplode toccando terra accecando i presenti. Quando il lampo di luce si è dissipato il Soldato d’Inverno è scomparso.

            Ivan il Terribile ne ha approfittato per liberarsi ed ora è chinato a cercare di raggiungere una pistola, ma il tacco dello stivale destro della Vedova Nera gli si pianta sulla mano.

-Non fare il cattivo bambino, Ivan.- gli dice la letale donna, poi lo afferra e lo tira su con l’aiuto di Paladin –Il tuo tanto vantato guerriero ti ha lasciato a te stesso, pare.-

-Cosa… cosa vuoi da me?- chiede Ivan cercando di non mostrare timore.

-Non molto: te ne andrai dagli Stati Uniti, venderai le tue proprietà qui a New York e richiamerai il Confessore terminando la campagna di omicidi iniziata dal defunto Gerasimov.-

-E… e se non lo faccio?-

-Li vedi questi bracciali che porto ai polsi? Contengono il Veleno di Vedova, uno dei migliori prodotti della scienza sovietica. Se te lo sparo da questa distanza alla massima intensità ti ucciderò sicuramente.-

-Non oserai…ci sono testimoni.-

-E tu credi davvero che questo mi fermerebbe? Guardami negli occhi, Ivan e dimmi che scherzo.-

            Ivan Pushkin fa esattamente questo e mentre lo fa, Paladin dà una gomitata amichevole a Occhio di Falco.

-Tosta la ragazza, vero?- dice.

-Non devi dirlo a me: la conosco da molto più tempo di tempo di te.- replica Occhio di Falco ammiccando –Oh se la conosco.-

-Voi… voi lascereste che mi uccidesse?- si rivolge loro Ivan –Tu, Occhio di Falco, sei un Vendicatore: non puoi lasciar passare un assassinio.-

-In effetti non posso.- replica Clint –Il problema è che credo di non essere abbastanza veloce da disarmarla prima che ti spari.-

            Ivan si morde le labbra, poi…

-D’accordo. So capire quando ho perso. Il buon giocatore sa ritirarsi quando la posta è troppo alta. Abbiamo un accordo.-

-E farai bene a rispettarlo.- ribatte Natasha –Io ti troverò dovunque tu sia e non importa che difese avrai, non mi fermeranno.-

-Si, so che ne saresti capace. Manterrò la mia parola -

            La Vedova Nera abbassa il polso e lascia andare la sua presa sull’uomo, poi si rivolge ai suoi alleati: -Andiamo via, è finita.-

-Ne sei sicura?- chiede Paladin.

-Assolutamente.- replica Natasha –Fidati di me.-

            I tre se ne vanno lasciando Ivan il Terribile a leccarsi le ferite.

 

            Il viaggio di ritorno da Parigi è stato piacevole anche se l’hai passato a leggere i diari di Orson Randall. Vuoi imparare il più possibile su di lui per quando v’incontrerete ed hai la sensazione che avverrà presto. Uno strano formicolio ti attraversa la schiena e ti volti di scatto, ma non c’è nessuno: solo la solita folla dell’aeroporto: nulla di strano.

-Che succede Danny?- ti chiede tua sorella.

-Nulla, Miranda.- rispondi.- Solo una sensazione, ma ora se n’è andata. Vieni, torniamo a casa.-

 

            L’uomo dai capelli grigi sorride all’impiegato dell’immigrazione che ha appena esaminato il suo passaporto.

-Spero che abbia una buona permanenza negli Stati Uniti, Mr. Randall. Mancava da molto?-

-Da un sacco di tempo.- commenta l’uomo di nome Orson Randall –Abbastanza per una vita intera.-

 

 

8.

 

 

 

            Sono arrivati sino alla spiaggia e ad un’auto di grossa cilindrata parcheggiata poco distante.

-Il mio umile mezzo.- dice Paladin –Noi torniamo a casa, ti serve un passaggio, Occhio di Falco?-

-No grazie.- risponde Clint Barton –Casa mia è dall’altro lato della baia, a Coney Island. Posso arrivarci da solo senza problemi.- si rivolge alla Vedova Nera -Beh, è stato bello combattere ancora al tuo fianco, Tasha, dopo tutto questo tempo.-

-Non è dispiaciuto nemmeno a me, Clint.-  Dimmi: dove hai messo quella ragazza a che ti accompagna ultimamente?-

-Black Arrow? Che tu ci creda o no, mia cara, esistono anche cose che si chiamano attività scolastiche.-

-Già, dimenticavo che è un’adolescente. Dimmi, Clint, sei proprio sicuro di non aver combinato qualche pasticcio quando eri un po’ più giovane?-

-Io? Devi confondermi con qualche altro arciere.-

            Paladin ridacchia sommessamente.

-Cosa trovi divertente, Paul?- gli chiede la Vedova

-Nulla mia cara. Beh, Falco, è stato un piacere anche per me.-

-Trattala bene, Paladin.- gli dice Clint alludendo a Natasha –Sarà anche un tipo spinoso, ma ci tengo ancora a lei.-

-Non preoccuparti.-

-Se avete finito con questi discorsi da macho, qui c’è una donna che vorrebbe tanto andare a farsi una doccia.-

-i desideri di una signora sono ordini per me.- proclama Paladin.

            Occhio di Falco dà un bacio lieve a Natasha, poi lui e Paladin si stringono la mano. Infine l’auto parte. Clint rimane ad osservarla scomparire in direzione di Manhattan, poi sospira e riprende la via di casa.

 

            Il tempo passa. Alcune telefonate vengono fatte. Un uomo d’affari russo ed un suo compatriota dedito ad affari poco puliti firmano un contratto grazie al quale una lussuosa dimora cambia proprietario con reciproca soddisfazione di chi vi andrà ad abitare presto e di chi ritorna in patria con un sostanzioso assegno, che lo ripaga, almeno in parte, di certe delusioni subite.

            Dopo che Ivan Pushkin ha lasciato la loro suite nel migliore albergo di New York, il braccio destro di Aleksandr Vassilievitch Lukin, presidente della Kronas Inc, si rivolge al suo amico:

-Immagino tu sia soddisfatto Alek.

-Abbastanza, Leon.- risponde Lukin –Ora ho una base permanente negli Stati Uniti e posso pianificare meglio le prossime mosse.-

-Cosa intendi dire?-

-Che è ora di riannodare i fili in sospeso. Chiamami Zakharov.-

 

            Sembrano davvero una strana coppia: un supereroe vestito di bianco, con tanto di mantello svolazzante ed un licantropo con tanto di pelo e zanne. Si fermano davanti ad una porta senza insegne.

-Dici che ci aspettano?- chiede Jack Russell.

-Tu che ne pensi?- replica Moon Knight?-

-Che è ora di pestare un po’ di cattivi.-

            Esattamente come la vedo io, pensa Moon Knight, diamo la sveglia a questi licantropi assassini una volta per tutte.

 

 

FINE TERZA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Ed eccoci arrivati alla fine di una storia che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere incentrata su Moon Knight ed invece si è ritrovata ad avere la Vedova Nera come protagonista quasi assoluta. Mi rifarò col prossimo episodio, che ha un numero importante. -:_^

            Ma veniamo alle scarne note

1)     Davos, il Serpente d’Acciaio è una nemesi ricorrente di Iron Fist. Se Padron Khan può, in qualche modo, essere considerato per Iron Fist quello che il Dottor Destino è per i Fantastici Quattro, Il Serpente d’Acciaio è per lui quello che Venom per l’Uomo Ragno: la controparte malvagia, il cosiddetto Doppio Negativo. Creato da Chris Claremont & John Byrne sulle pagine della prima serie di Iron Fist, il Serpente d’Acciaio ha avuto il suo primo scontro con Danny Rand in Marvel Team Up 1° serie #63 (Prima edizione italiana: Uomo Ragno, Corno, #249). In quell’occasione riusciva a sconfiggerlo e ad assorbire il potere del Pugno D’Acciaio, ma finiva per esserne consumato ed almeno apparentemente morire. In realtà sopravvisse per tornare più e più volte a tormentare Iron Fist.

2)     Jack Russell è stato protagonista del serial Werewolf By Night (Licantropo di Notte) uscito dapprima sull’antologica Marvel Spotlight #2/4 del febbraio/giugno 1972 (e quindi compie 40 anni, auguri -_^) e poi sulla sua serie personale durata fino al 1977. È il classico licantropo che diventa tale nelle notti di luna piena, nel suo caso per una maledizione che colpisce i membri della sua famiglia al compimento del diciottesimo anno di età. In seguito ha imparato a controllare la sua maledizione ed a rimanere in possesso del suo intelletto durante le trasformazioni, acquisendo anche il potere di trasformarsi fuori dalle notti di luna piena, sia pure con forza ridotta. In MIT è apparso come membro della Justice Inc nell’omonima serie scritta da Valerio Pastore.

3)     Rick Mason, l’Agente, creato da James Hiudnall & John Ridgway nella Graphic Novel “The Agent” (1989) è una spia freelance che ha lavorato spesso con lo S.H.I.E.L.D. ed altre agenzie di spionaggio. Nelle sue operazioni trova aiuto nei numerosi gadget inventati dal padre, Phineas Mason, meglio noto come Riparatore, il fornitore ufficiale di armi e gadget ai supercriminali. Lo vedremo presto all’opera, non temete (o temete, decidete voi -_^).

4)     Chi è il Soldato d’Inverno? Nessun altro che Bucky (alias James Buchanan Barnes), il leggendario partner di Capitan America durante la Seconda Guerra Mondiale creduto morto, ma in realtà sopravvissuto: salvato dai Sovietici che gli hanno fatto il lavaggio del cervello trasformandolo in un freddo assassino. Quale sarà la sua sorte? Scopritelo nella nuovissima serie Vendicatori Segreti in uscita ora.

Nel prossimo episodio: più licantropi di quanti ne avreste pensati, un avversario spietato e crudele, un viaggio nel passato per Iron Fist, il gradito (speriamo) ritorno di Elektra e molto molto altro.

 



 

1 Ovvero Devil.

[2]  Maggiori particolari nella miniserie Steve Rogers: Super Soldier, di Carmelo Mobilia, in particolare nel #3.

3  In realtà ci sono stati in mezzo anche Steve Rogers, l’ex Capitan America ed il Soldato d’Inverno, ma la loro partecipazione è stata tenuta riservata anche ai contatti di Natasha. -_^

4  Komitet Gosudarstvennoy Bezopasnosti, ovvero Comitato per la Sicurezza dello Stato.

5  Glavnoye Razvedyvatel'noye Upravleniye (Direttorato Principale per le Informazioni), il servizio segreto dell’Esercito Russo e prima ancora sovietico.

6  L’agente interpretato da Tom Cruise nei film della serie “Mission: Impossible”

7  Il capo della squadra “Missione: Impossibile" nella leggendaria serie di telefilm del 1966/1973 e 1988/1990, interpretato da Peter Graves.

8  Equivalente del Padrino nella mafia russa

9  Le truppe speciali russe.